Le risorse genetiche vegetali d’interesse agrario costituiscono un patrimonio fondamentale per lo sviluppo e la diversificazione dei sistemi colturali e delle produzioni, la crescita sostenibile delle economie locali e l’innovazione varietale. Nonostante negli ultimi anni sia stato riconosciuto il valore strategico di un’ampia biodiversità vegetale, che garantisca la disponibilità di varietà con caratteristiche qualitative elevate e capaci di resistere allo stress dovuto ai repentini cambiamenti climatici in corso, nel nostro Paese manca ancora una visione chiara ed integrata dei ruoli, le esigenze e le opportunità per i diversi attori coinvolti.
A partire da questi spunti, i principali esperti italiani di risorse vegetali si sono incontrati l’8 marzo presso CREA-Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo di Pontecagnano (SA) per partecipare all’iniziativa “Risorse genetiche vegetali: opportunità per l’agricoltura, il miglioramento genetico, l’ambiente, la salute e l’economia” e confrontarsi sulle sfide, le problematiche e le possibili soluzioni da programmare insieme.
L’evento ha previsto due principali fasi: una prima sessione di lavoro dedicata alla co-progettazione di soluzioni condivise e una tavola rotonda di chiusura.
L’evento si è posto le seguenti finalità strategiche:
- Ridiscutere in una logica collaborativa il tema del recupero e del mantenimento delle risorse genetiche vegetali;
- Rilevare le principali sfide e problematiche del settore attraverso un approccio multistakeholder (agricoltori, ricercatori, membri di organizzazioni nazionali e internazionali, giornalisti di settore e altri);
- Elaborare strategie sostenibili e coerenti con la legislazione europea, nazionale e locale;
- Progettare soluzioni in grado di favorire la gestione coordinata ed efficiente delle risorse e di incidere sul reperimento, la conservazione la distribuzione delle risorse genetiche, nel rispetto degli standard internazionali;
- Aggiornare e divulgare le conoscenze sul
La co-progettazione è stata condotta attraverso la costituzione di 3 tavoli di lavoro tematici che, grazie anche alla facilitazione di esperti di divulgazione scientifica e tecnici del settore, ha dato vita a un confronto attivo tra più di 40 partecipanti proveniente dai principali istituti di ricerca, Università, imprese, istituzioni e organizzazioni internazionali.
Il primo dei tre tavoli paralleli è stato moderato da Massimo Zaccardelli, Primo ricercatore presso il CREA di Pontecagnano (SA) e si è focalizzato sulle “Problematiche e prospettive per il recupero e il mantenimento della biodiversità vegetale”. Le due sfide principali emerse dalla prima fase di prioritizzazione sono relative al reperimento della biodiversità vegetale e alla conservazione e catalogazione della stessa, considerate più rilevanti dei processi di caratterizzazione e facilitazione di accesso. Per far fronte alla prima sfida in questione occorre inquadrare e diffondere presso la comunità di ricercatori una metodologia di ricerca coordinata e condivisa: questa deve essere orientata al completamento territoriale del reperimento di risorse genetiche vegetali e al ritrovamento di parenti selvatici di piante coltivate. Invece, per far fronte alla necessità di conservazione e catalogazione è risultato necessario innanzitutto definire i ruoli e le modalità di coordinamento e integrazione tra i diversi organismi coinvolti, in modo da produrre un’anagrafe nazionale integrata accessibile a tutti, che faciliti l’individuazione di doppioni, omonimie e simili. È emerso, inoltre, che anche la gestione di “collezioni di sicurezza”, ossia duplicazioni delle risorse genetiche, può rivelarsi uno strumento efficace e necessario per la conservazione.
Il secondo tavolo, moderato da Pasquale Tripodi, ricercatore analogamente attivo presso il CREA di Pontecagnano (SA), ha affrontato il tema del “Ruolo della biodiversità vegetale per il miglioramento della qualità e la valorizzazione delle produzioni”.
La fase di co-progettazione è iniziata dall’approfondimento di cinque sfide:
- l’agrobiodiversità per il miglioramento genetico;
- l’agrobiodiversità per le tecniche culturali;
- il legame con gli aspetti etici e socio-culturali;
- l’impatto positivo sulla salute e la promozione dello stesso;
- la valorizzazione e distribuzione di risorse genetiche vegetali a livello globale tramite l’utilizzo di marchi e presidi.
Nella seconda fase sono stati individuati i bisogni emergenti alla base delle suddette cinque problematiche, ovvero:
- inserimento delle risorse genetiche vegetali nel contesto legislativo e regolamentazione delle stesse;
- continuo adattamento del processo produttivo;
- sensibilizzazione e informazione sul valore intangibile racchiuso in queste risorse;
- conoscenza delle caratterizzazioni chimiche e nutrizionali dei prodotti;
- costruzione di network diffusi.
Nella fase finale di lavoro sono emerse due principali soluzioni per il soddisfacimento di tali bisogni: da un lato, occorre costruire e rafforzare i legami tra imprese, enti di ricerca e istituzioni per la diffusione di valore condiviso all’interno e all’esterno della rete stessa e, dall’altro, risulta fondamentale colmare quel vuoto normativo che ad oggi non permette a tutti di avere un facile accesso alle risorse genetiche vegetali alimentari.
Infine, nel terzo tavolo di lavoro, moderato da Albino Maggio, Professore Ordinario di Agronomia e Coltivazioni Erbacee dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sono stati analizzati “I cambiamenti climatici e le strategie di adattamento”. La discussione si è focalizzata su come i sistemi colturali possono adattarsi ai cambiamenti climatici. Si è discusso, inoltre, del ruolo fondamentale della biodiversità per il recupero di tratti genetici funzionali all’adattamento che sono andati persi nei programmi di miglioramento genetico che hanno caratterizzato l’agricoltura dell’ultimo secolo. Sono state poi individuate tre macro-aree di intervento: agronomica, genetica, e sostenibilità (ambientale, economica e sociale). Come emerso dalla discussione del tavolo di lavoro, la principale sfida oggi deriva dall’opportunità di un coordinamento strategico di queste macro-aree al fine di garantire una produzione sostenibile e, di conseguenza, migliorare le interazioni pianta-sistema agricolo attraverso il recupero di risorse genetiche strategiche per la tutela della biodiversità nei sistemi ecosostenibili.
Tra le soluzioni individuate dal tavolo, è apparsa particolarmente significativa la necessità di ridurre l’impatto ambientale delle attività legate all’agricoltura. Tale esigenza si è manifestata, ad esempio, nell’individuazione delle seguenti soluzioni: lo sviluppo di un sistema di riconoscimento di crediti di emissione, la promozione del bilancio eco-ambientale e la disincentivazione di consumi energy intensive. Anche in questo caso risulta strategico il ruolo della comunicazione multistakeholder del valore sotteso a tali risorse, così come lo sviluppo di relazioni tra attori pubblici e privati per generare sinergie, partnership e collaborazioni nel campo della bioeconomy.